9 febbraio 2019 – MI SONO PERSO… E ORA CHE FACCIO?
Perdersi o essere lasciati in mare è di sicuro una situazione spiacevole.
Ritrovarsi a galleggiare in mezzo al mare senza la barca nelle vicinanze è qualcosa che nessuno vorrebbe mai sperimentare.
Fortunatamente non capita spesso e con un po’ di preparazione possiamo ridurre al minimo la possibilità che succeda.
Perché i subacquei si perdono?
Ci possono essere diverse ragioni:
- L’equipaggio della barca li dimentica
- I subacquei non riescono a raggiungere la riva o la barca
- Scarse capacità di navigazione subacquea
- Problemi fanno terminare l’immersione prima del previsto
- L’equipaggio della barca non si aspetta che i subacquei riemergano in anticipo
- Problemi tecnici possono impedire al barcaiolo di seguire il subacqueo
- I subacquei non vengono visti a causa delle condizioni ambientali: oscurità, pioggia e onde grosse
MI SONO PERSO…e ORA CHE FACCIO?
Ricordati che se tu vedi la barca o la riva, non è detto che l’equipaggio riesca a vederti. Sei un puntino nel mare e dall’acqua spuntano solo la testa e le spalle!
Per farti vedere devi aumentare la tua visibilità e usare strumenti che richiamino l’attenzione, il prima possibile, prima che la corrente o il vento ti allontanino. La priorità va sempre data alla possibilità dell’imbarcazione di vederti nel momento in cui riemergi.
Se al personale di bordo hai dichiarato di uscire in un determinato punto, aspettati che l’equipaggio guardi in ‘quel’ punto con più insistenza ché altrove.
Considera poi lo scarroccio dato dalla corrente e qualche altro particolare che può rivelarsi importante ad esempio il sole basso sull’orizzonte, situazione tipica all’alba e al tramonto, riduce drasticamente la visibilità soprattutto se uscite lontani dalla barca o se vi trovate controsole rispetto al vostro punto d’uscita.
Le condizioni del mare ci danno un indizio su quali strumenti utilizzare, ad esempio il barcaiolo difficilmente riuscirà a vedere i pedagni in condizione di mare mosso, il profilo dell’onda potrebbe nascondervi e più l’onda è alta e meno siete visibili.
E’ per questo che si utilizzano palloni di segnalazione di dimensioni diverse, in base alle esigenze. Se ci sono onde, è difficile vedere una piccola testa a pelo d’acqua.
Come regola generale aumentare l’altezza della segnalazione o della ricerca aumenta la portata visiva.
Le bande colorate di un cappuccio o della muta aumentano la visibilità di giorno, mentre le bande rifrangenti e una luce intermittente aumentano le possibilità di essere visti di notte.
BOA E BANDIERA SEGNASUB
Non servono solo a segnalare alle barche che siamo in immersione, ma anche a consentire al barcaiolo di seguirci dalla superficie. È però limitata dalle dimensioni e non sporgendo abbastanza dall’acqua non può essere vista da grandi distanze.
PEDAGNO
Il pedagno o pallone di segnalazione (SMB) invece viene gonfiato in profondità o in superficie, sporge dall’acqua molto di più, può avere colori brillanti o inserti di materiale catarifrangente e agganci per luci strobo, wetnotes o altri dispositivi luminosi.
LA SCELTA DEL PEDAGNO
(SMB Surface Marker Buoy ) ha quattro scopi principali:
- Avvertire della vostra presenza le imbarcazioni di passaggio. In questo caso la cosa migliore è lanciare il pedagno quando si è in deco
- Indicare la posizione alla vostra imbarcazione o al team di superficie; in questo caso viene lanciato da più profondo, ad esempio subito dopo il primo cambio gas.
- Segnalare un’emergenza alla vostra imbarcazione di supporto o al team di superficie: in questo caso il pedagno viene lanciato dalla massima profondità, assicurandosi però di avere abbastanza sagola nello spool, usare due spool o un reel primario apposito.
- Semplificare la risalita in caso di visibilità scarsa o nulla. In questa situazione può essere lanciato dal fondo subito prima di iniziare la risalita. Se invece l’acqua è limpida, si può iniziare la risalita nel blu e lanciare il pedagno più vicino alla superficie.
E’ importante fare pratica con il lancio del pedagno per capire la dinamica dell’azione mentre si mantiene assetto, quota e contatto con il resto del gruppo.
Attrezzatura
Sono necessari pedagno, moschettone e spool con 30 o 45 metri di sagola. Il pedagno e lo spool sono già legati tra loro e vengono di solito riposti nella tasca della muta.
Il pedagno può essere a circuito chiuso (da gonfiare a bocca o con la frusta della muta stagna) o a circuito aperto (da gonfiare con il secondo stadio dell’erogatore primario).
La spinta di galleggiamento può variare tra 2,5 kg e 40 kg e oltre, a seconda delle necessità. Una luce lampeggiante (o una torcia di scorta) può essere fissata all’occorrenza durante le immersioni notturne o quando la visibilità esterna è scarsa.
Le condizioni ambientali indicano quale pedagno usare. La dimensione e la forma del pallone sono importanti per aumentare la visibilità, sopratutto in caso di onde alte. Per questo sono da preferire i pedagni lunghi e stretti rispetto a quelli larghi e bassi che hanno invece la funzione del pallone da sollevamento. In pratica, con onde alte 1 metro è utile avere un pedagno alto almeno 2 metri, cosi da poter essere visibili anche nel cavo dell’onda. Se, al contrario utilizzassimo un pedagno alto solamente 1 mt, saremmo letteralmente invisibili per più della metà del tempo utile e in più nei momenti di massima visibilità sporgeremo dall’acqua solamente di un metro, decisamente poco per essere visti a distanza.
IL COLORE
Studiando il funzionamento dei coni e dei bastoncelli dell’occhio umano i ricercatori hanno scoperto che siamo più sensibili alla luce quando ha una lunghezza d’onda di 555 nanometri, cioè quella di un color verde acido brillante. Come l’arancio fluorescente, sono colori che risaltano su qualsiasi sfondo, si distinguono da ogni altro colore, funzionando alla grande per pedagni e giubbotti di salvataggio. Certo, di notte vale come gli altri colori, ma la regola è sempre la stessa: più marcato è il contrasto tra il subacqueo e la superficie del mare, più sarà facile essere visti.
IL PRIMO PEDAGNO PER SUBACQUEI
a cura di Maurizio Saglio, l’ideatore del pedagno
ALTRI SISTEMI DI SEGNALAZIONE
RADIO VHF – TELEFONO SATELLITARE
Le radio marine VHF sono normalmente utilizzate per le comunicazioni tra imbarcazioni, ma in genere serve una licenza.
Le radio VHF possono essere portate in immersione grazie a speciali custodie stagne come quella che vedete a sinistra della Nautilus Lifeline®, dotata di un pulsante di emergenza per inviare le coordinate della posizione ad altre barche.
Ovviamente dall’altra parte ci deve essere una radio e, come con tutte le frequenze radio, c’è il limite dato dalla distanza. Un’altra opzione è l’uso di un telefono satellitare, anche per esso serve una custodia stagna. Rende possibile chiamare praticamente chiunque in qualsiasi parte del mondo e in più a tecnologia satellitare consente di determinare la posizione dell’utilizzatore.
PERSONAL LOCATOR BEACON (PLB)
Un PLB utilizza il sistema satellitare SARSAT per trasmettere un messaggio in codice (406 MHz) al più vicino centro di coordinamento dei servizi di ricerca e recupero.
Un PLB dotato di GPS consente alle squadre di salvataggio di localizzare un subacqueo con una precisione di +/-60 metri. Una volta in zona, i soccorritori trovano l’esatta posizione del subacqueo grazie al trasmettitore integrato che emette un segnale sui 121.5Mhz. L’utilizzo è gratuito e il PLB deve essere registrato a nome di una persona. I PLB non sono però progettati per la subacquea e pochi produttori propongono custodie stagne o PLB resistenti a pressione e acqua.
TORCE SUBACQUEE, LUCI STROBOSCOPICHE E LAMPEGGIANTI
Sono utilissime durante le ore buie e possono essere usate per segnalare la posizione di un subacqueo. Le lampade da segnalazione ideali sono quelle di backup, che spesso hanno anche la funzione di lampeggiante che consente di attirare meglio l’attenzione e hanno una lunga autonomia.
FISCHIETTO E TROMBETTA E STRAMER
Questi strumenti portano il suono più lontano di quanto possa fare la voce umana (anche urlando) e quindi aumenta le possibilità di essere uditi. Si consiglia di usare un fischietto senza pallina perché più efficace. Sul mercato ci sono diversi tipi di segnalatori ad aria che si applicano tra la valvola di gonfiaggio e la frusta di carico del gav. Da considerare che il vociare delle persone oppure il rombo dei motori dell’imbarcazione appoggio possono coprirne il suono.
Lo Streamer è un segnalatore utile quando le ricerche vengono condotte da un punto di avvistamento posto in alto sulla superficie del mare, come ad esempio un aereomobile. La linea arancione brillante rilasciata in acqua aumenta molto la visibilità del subacqueo. Può essere vista da 2km di altitudine. Il Rescue Streamer è disponibile in diverse misure e alcuni modelli sono dotati di riflettenti approvati SOLAS e di luci chimiche visibili di notte.
E SE POI IL PALLONE
non ha funzionato alla perfezione…
In caso di riemersione lontano dalla barca, bisogna agire con razionalità e utilizzare tutti i metodi di segnalazione in possesso del team.
Può essere utile riunire tutti i sistemi di segnalazione (pedagni di varie misure) e unire le attrezzature in modo da aumentare e alzare più possibile la superficie visibile. Il morale dovrà rimanere alto in quanto siamo sicuri che prima o poi qualcuno ci avvisterà. Pinneggiare senza meta è inutile e, contrariamente da quello che si pensa non aiuta a riscaldarci.
Essendo a mollo…. un fattore da tenere in considerazione è la temperatura dell’acqua in cui ci troviamo. C’è una posizione utile a limitare la dispersione di calore in mare, la cosiddetta H.E.L.P. (Heat Escape Low Position), che consiste nell’autoabbracciarsi o nell’abbracciarsi reciprocamente in caso di un team di persone.
I tempi di sopportazione di un uomo in acqua, senza muta sono i seguenti:
Temperatura dell’acqua Stima di sopravvivenza
di 20°C qualche giorno
tra 15°C e 20°C meno di 15 ore
tra 10°C e 15°C 6 ore
tra 4°C e 10°C 3 ore
2°C 1 ora
0°C 15 minuti
CURIOSITA’
La media salina all’interno dell’acqua oceanica è di 35 g/l. Si parla, quindi, di un tasso salino intorno al 3,5%, questo dato rende l’acqua del mare non potabile. In NESSUN CASO bisogna bere acqua salata!
ESERCIZIO LANCIO DEL PALLONE: SEQUENZA CONSIGLIATA
- Segnalare al team che si sta per lanciare il pedagno
- Riporre qualsiasi attrezzatura extra non utile allo scopo
- Prendere il pedagno e tenerlo con le braccia ben lontano dal corpo
- Rimuovere l’elastico e srotolare il pedagno
- Localizzare la valvola di gonfiaggio, sganciare e riporre il moschettone doppia luce
- Mantenendo il rocchetto con una mano, togliere l’erogatore primario e gonfiare il pedagno a bocca (oppure, se è un pedagno “aperto”, togliere il primario dalla bocca, respirare dal secondario e gonfiare il pedagno col primario).
- Usare solo la quantità di gas sufficiente affinché il pedagno sia interamente gonfio una volta arrivato in superficie; gonfiarlo quindi a metà se si sta a 10 metri (2 ATA) o a un terzo se si è a 20 metri (3 ATA) ;
- Rimettere in bocca l’erogatore, liberare un palmo di sagola dal rocchetto per evitare strappi o la formazione di nodi durante il lancio; guardare in alto per assicurarsi che non ci siano altri subacquei o possibilità di incaglio e liberare il pedagno controllando il rocchetto con la mano libera
- Una volta che il pedagno è arrivato in superficie, mettere in tensione la sagola e agganciare il doppia luce alla sagola e poi ad uno dei fori del rocchetto
- Riavvolgere man mano il rocchetto solo se si è in situazione tranquilla. Se si è in emergenza, il rocchetto può essere lasciato penzolare verso il fondo e si può risalire senza doversi preoccupare di riavvolgere la sagola
link video esercizio: https://youtu.be/XQjIgTUV2j8