30 luglio 2018 – A PROPOSITO DI PLASTICA…
SAI COSA VUOL DIRE BIODEGRADABILE E COMPOSTABILE?
Un piatto in polpa di cellulosa, in MaterBi, o in PLA, è un oggetto che la natura può decomporre. La biodegradabilità è una prerogativa dei materiali organici naturali, ed è vitale per il mantenimento dell’equilibrio ecologico del nostro pianeta, che in tal modo si libera di scorie e rifiuti per fare spazio a nuova vita.
Per decomporsi una sostanza deve essere attaccata da batteri capaci di elaborare degli enzimi necessari alla decomposizione, e che semplificano la sostanza in elementi semplici, assorbibili dal terreno. I batteri hanno un ruolo molto importante trasformando la materia organica in anidride carbonica che rilasciata in atmosfera viene assorbita da alberi, alghe e piante.
La plastica non è biodegradabile e il principale vantaggio commerciale è che non è decomponibile
Il problema giunge quando arriva il momento di disfarsi della plastica. Il rifiuto “plastica” non verrà attaccato dai microrganismi se non in minima parte. E più la nostra società usa la pratica dell’usa e getta, più le discariche si riempiono di plastica. Il mare è diventato una discarica “naturale” dove si accumulano rifiuti frutto di anni di economia del consumo: sulle rive nei nostri paesi e ancora più lontano dai nostri occhi, come nel bel mezzo dell’oceano Pacifico, dove ci sono delle isole giganti di plastica galleggiante ( Garbage Island, l’isola dei rifiuti è grande due volte il Texas).
Per questo sono nate le bioplastiche, che hanno le proprietà vincenti della plastica ma sono fatte con materiali organici decomponibili: amido di mais, resti di canna da zucchero e polpa di cellulosa.
Utilizzandoli contribuiremo a:
– Ridurre le Emissioni di CO2 e dei Gas Serra
– Diminuire lo Sfruttamento di Risorse Non Rinnovabili (petrolio)
– Ridurre l’utilizzo di discariche ed inceneritori
– Incrementare il Risparmio Energetico
– Sostenere l’Agricoltura
– Ridurre i costi di smaltimento ( il compost risultante dallo smaltimento è utilizzato come fertilizzante “humus” per il terreno)