Relitto del Nasim II
Tipologia di immersione
- Tecnica
La discesa sulla poppa del relitto permette di raggiungere le eliche che meritano sicuramente qualche scatto. Scendiamo poi sul fianco della nave in direzione della prua, seguendo la sagoma del relitto fino ad arrivare nella zona dove la plancia di comando poggia sulla sabbia. Facile intravedere una fila di oblò ancora integri, una bella sirena da nebbia, e tante, tante aragoste. Pinneggiamo lungo il ponte esplorando le strutture di coperta e affacciandoci all’interno della plancia di comando dove un grongo e qualche cernia fanno capolino. Sono poche le aperture attraverso le quali è possibile entrare all’interno del Nasim II, e anche in quei casi è assolutamente sconsigliato farlo: si tratta di locali ciechi, ingombri di fili elettrici penzolanti e di mille oggetti in cui impigliarsi.
Superata la plancia di comando, andando verso prua, incontriamo altre automobili appoggiate sulla sabbia intorno ai 60 metri, vale la pena fermarsi in questa zona per osservare lo squarcio sulla chiglia che si è creato al momento dell’urto. A questo punto il rientro è facile, ripercorriamo la fiancata alta della nave ponendo attenzione alla moltitudine di nudibranchi, claveline, uova di calamaro, flabelli e dando un’occhiata nel blu dove è possibile vedere dentici, ricciole e pesci luna, proprio come quelli del video.
P.S.: Se già conosci il relitto e hai già contato ogni singolo bullone, puoi cominciare a cercare le chiavi nel cruscotto di una delle tante automobili presenti nel “parcheggio”!
P.P.S.: Se hai già trovato pure le chiavi allora è ora di cambiare direzione; il relitto è il perfetto punto di partenza per alcune tra le più belle immersioni tecniche dell’isola!
Relitto Nasim II (1976 – 2016) – Isola di Giannutri
Tipo: Cargo
Stazza: 870 tonnellate
Dimensioni: 228 x 38.6 piedi.
Motorizzazione: due diesel Sulzer 6TD36, BHP 1800
Cantiere di costruzione: Brooke Ltd marine, Lowestoft, Inghilterra
Anno di costruzione: 1959 (Due le navi gemelle costruite dal cantiere, Llyn e Halcyone)
Tipologia d’immersione: avanzata – tecnica
Profonditа min.: 47 metri
Profonditа max.: 60 metri
Tipologia fondale: sabbioso
Interesse: biologico – naturalistico – fotografico
Visibilitа: buona – ottima
Correnti: scarse in prevalenza N\S
Posizione: a circa 500 mt da cala maestra
Originariamente la motonave Nasim aveva un altro nome, Llyn e negli anni successivi al varo fu destinato al carico di materiale generico soprattutto di natura ortofrutticola sulle rotte britanniche Southampton – Weymouth direzione isole della Manica.
Nel 1965 subisce la prima revisione e viene cambiato il nome in Sealink. Nel 1972 viene venduto a una ditta di trasporti marittimi greca che lo ribattezza con il nome di Valmas. Di nuovo nel 1973 la nave cambierа nome, Skiron.
Nel 1975 viene venduto alla Jupiter ss Co inc, Panama, che lo ribattezza con il nome di Nasim II
L’ 11 febbraio del 1976 la nave cargo Nasim II molla gli ormeggi nel porto di Livorno diretto ad Alessandria d’Egitto. Il manifesto di carico era costituito 49 automobili (12 Fiat, 35 Peugeot e 2 Mercedes), 16 rimorchi e 3 carrelli elevatori destinati al mercato nordafricano. Non si capisce se il mare fosse calmo o tempestoso come riportato dagli ufficiali di bordo, fatto stа che alle 04.30 del mattino del 12 febbraio la nave urta le rocce di Punta Scaletta dell’Isola di Giannutri e cola a picco in meno di venti minuti nelle acque tra Punta Pennello e Cala Maestra, a poca distanza da riva.
Giа dai primi giorni successivi al naufragio, il relitto subì la razzia dei subacquei che tornavano in superficie con il loro bottino strappato alla nave, formato da sportelli di automobili, sedili e tutto quanto era asportabile e rivendibile.
Un vecchio carpentiere, testimone del naufragio, descrive come dopo la collisione il comandante avrebbe tentato di dirigere la prua all’interno della piccola baia di cala Maestra nel tentativo di incagliare l’unitа evitando l’affondamento. Questa potrebbe essere la spiegazione per cui il relitto Nasim oggi poggia sul fondale sabbioso con la prua rivolta verso nord, anzichè verso sud, come la direzione della sua rotta lascerebbe presupporre.
Oggi giace su un fondale sabbioso di circa 60 metri, adagiato sulla fiancata di sinistra, con il ponte rivolto verso il mare aperto e la prua verso Cala Maestra.
Le autovetture trasportate sul ponte si trovano invece sparpagliate sul fondo, tra i 33 e i 60 metri.
La leggenda vuole che ogni barca abbia un’anima e che il nome sia inserito in un libro tenuto dagli dei del mare, che permette loro di riconoscerla ovunque essa navighi. Cambiare nome senza “dirlo agli dei” equivale ad un affronto.
La gente di mare con la superstizione ha sempre un conto aperto e avrebbe detto: destino segnato.
All’inizio si chiamava Elk, poi Skiron ed alla fine Nasim II , nome con cui ha chiuso rovinosamente la carriera.
La notte dell’11 febbraio 1976 quando la motonave Nasim colò a picco in meno di venti minuti con la chiglia squarciata e il suo carico di automobili….
La nave navigava sulla rotta Alessandria d’Egitto – Livorno, si imbatté in una forte tempesta che la spinse sulla scogliera dell’isola di Giannutri.