Secca di Zi Costante
Tipologia di immersione
- Tecnica
Costante è stato l’ultimo proprietario dell’antico ristorante di Giannutri “La Taverna del Granduca”, lui stesso andava spesso a pescare su una secca della quale ci parlò al lungo.
Cosi un giorno, curiosi di vedere questa fantomatica secca ci tuffammo in acqua in 4 alla scoperta di quella che battezzammo successivamente come la “Secca di Zi Costante”, perchè, ironia della sorte, ci immergemmo proprio il giorno in cui ci arrivò la triste notizia della sua morte.
Arrivati sulla secca puntiamo verso la parte più profonda e incontriamo una parete da sogno, piena di vita come solo il mediterraneo profondo di trentanni fà sa regalare e 5 pesci luna immobili, fermi alla stazione di pulizia, con tanute e altri piccoli pesci intenti a pulire gli avanzi del loro pasto.
Il cappello si trova ai confini della Zona 1 del Parco Marino dell’Isola di Giannutri, a circa 55 metri di profondità ed ha una forma di mezzaluna, con le pareti che scendono ripide oltre i 90 metri.
L’area dei 55 metri è un panettone roccioso alto una decina di metri. Il fondale si presenta irregolare, alternando pinnacoli a costoni rocciosi completamente ricoperto di gorgonie gialle, rosse, spugne di tutte le forme e alcionari come solo qui se ne possono vedere in questo tratto di mare.
La secca è un vero scrigno colmo di gioielli della vita marina mediterranea sessile, alcuni piuttosto rari. Paralcyonum spinulosum è un celenterato molto simile a un alcionario tropicale, di dimensioni più ridotte e di un colore semitrasparente rosato. Non forma pareti estese ma è distribuito a gruppetti di vari esemplari.
Anche il caratteristico tunicato Diazona violacea è presente oltre i 50 metri. Ricorda moltissimo la comune clavelina, ma gli individui sono accostati tra loro dando vita a delle forme piuttosto compatte e globose.
Il celenterato Parerythropodium coralloides è presente con un’insolita colorazione lillà. Anche Alcyonum palmatum è frequente. In questa secca sono distribuiti, alla profondità ideale, quasi tutti
i gorgonacei del Mediterraneo. Infatti, oltre i 65 metri appaiono le inconfondibili sagome (ricordano gli alberi innevati) dell’Antipatella subpinnata, che colonizza tutto tra i 70 e gli 80 metri.
Se questa zona è ancora integra e ricca di vita è grazie al Parco Marino dell’Arcipelago Toscano che dal 1996, anno della sua istituzione, protegge questo importante patrimonio.